VII° Sabato del Santo Rosario

2° Mistero della Luce: Gesù cambia l’acqua in vino alle nozze di Cana

Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO

Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell’errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

PREGHIAMO CON LA CHIESA

O Padre, che nella tua provvidenza mirabile hai voluto associare la Vergine Maria al mistero della nostra salvezza, fa’ che, accogliendo l’invito della Madre, mettiamo in pratica ciò che il Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

(Messale della Beata Vergine Maria, Colletta di Santa Maria di Cana)

ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO

Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.

Dal vangelo di Giovanni (2,111)

Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”. La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”.

Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le giare”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: ‘Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”.

Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

MEDITIAMO

L’ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.

Da Seguendo Te, luce della vita di Bruno Forte

Il racconto delle nozze di Cana (Giovanni 2,112) ha un chiaro intento teologico, evidenziato dal v. 11: “Questo inizio dei segni compi Gesù in Cana di Galilea e manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui”. Data l’attenzione che Giovanni presta ai segni rivelativi del mistero che si compie nel Verbo incarnato, la caratterizzazione dell’evento di Cana come inizio e prototipo di essi, dà al racconto un notevole rilievo nell’intero Vangelo: siamo di fronte alla chiave dell’intera rivelazione di Cristo. Di conseguenza, l’attenzione riservata alla Madre di Gesù in questo brano situa Maria in una posizione di particolare importanza rispetto alla totalità del mistero del Redentore.

Il segno di Cana rivela Gesù come lo Sposo divino del nuovo popolo di Dio, con il quale conclude l’alleanza nuova e definitiva nel suo mistero pasquale. Si è alla svolta decisiva della storia della salvezza: in essa la Madre di Gesù ha un ruolo, che certamente non a caso l’Evangelista ha voluto evidenziare.

E Maria a notare il bisogno che si è venuto a determinare: “Non hanno più vino” (v. 3). Sia che si tratti di una semplice constatazione, sia che queste parole rivelino una domanda ispirata dalla fiducia che il Figlio potrà intervenire, si manifesta qui l’attenzione tenera e concreta della Madre, che presenta al Figlio la necessità degli amici.

La risposta apparentemente tagliente di Gesù: “Che vi è fra me e te, o donna? Non ancora è giunta la mia ora”

(v. 4), indica che la divergenza è fra il vino di cui Maria segnala il bisogno e il “vino nuovo” che sarà dato nelF«ora» di Gesù. Questa «ora» è l’evento pasquale della passione, morte e resurrezione di Gesù (cfr Giovanni 7,30; 8,20; 12,23.27; 13,1; 17,1; 19,27): essa percorre tutto il Vangelo di Giovanni come indicazione del momento supremo, atteso, annunciato e preparato, del passaggio di Gesù da questo mondo al Padre. Le parole che la Madre rivolge ai servi sono di grande importanza: “Fate quello che vi dirà” (v. 5). Esse evocano il contesto dell’alleanza del Sinai: come il popolo dell’antico patto risponde alla rivelazione divina assentendo nella fede “Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo” (Esodo 19,8; 24,3.7) , così Maria manifesta la sua fiducia incondizionata nel Figlio, che ha appena evocato il mistero della sua «ora». L’invito, poi, che ella rivolge ai “servi” mostra il ruolo di modello e madre nella fede che ella avrà nella comunità dell’alleanza: in Maria l’antico patto passa nel nuovo, Israele nella Chiesa, la Legge nel Vangelo, per via della sua fede totale e incondizionata nel Figlio, al quale orienta se stessa e gli altri: “Fate quello che vi dirà”. Nella Chiesa nata dalla Pasqua della nuova e perfetta alleanza, la Vergine Madre è colei che presenta al Figlio i bisogni dell’attesa e conduce alla fede in lui, condizione necessaria perché il vino nuovo riempia le giare dell’antica purificazione. La via per entrare nelle nozze messianiche sigillate dal sangue dell’Agnello, offerto sul monte del sacrificio è la fede, cui chiama la Madre, esempio vivente di questa salutare obbedienza credente: “Fate quello che vi dirà”.

CONTEMPLIAMO IL MISTERO

Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.

Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.

Padre nostro… Ave Maria… e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che cambiò l’acqua in vino … Santa Maria… (10 volte). Gloria al Padre…

PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO

O Amore senza principio, che ci hai amati per secoli infiniti, anche quando non potevamo né sentirti, né conoscerti! O Amore senza misura, che ci hai dato quel che abbiamo, la tua vita e ce ne prometti ancora di più!

O Amore senza interruzione e senza incostanza, che tutte le acque amare delle nostre iniquità non hanno potuto estinguere!

Abbiamo noi un cuore, o mio Dio, se non siamo penetrati dalla riconoscenza e tenerezza per Te? Un Dio, che viene a cercarci fin dove ci ha fatto discendere il nostro peccato. Un Dio che prende la forma di schiavo per liberarci dalla schiavitù del peccato. Un Dio che si fa povero per arricchirci. Un Dio che ci chiama per nome.

Un Dio che spira nei tormenti per strapparci dalle braccia della morte e per darci la sua stessa vita: e noi spesso non vogliamo nè Lui, nè la vita che ci presenta!

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l’impegno di vita.

Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di ascoltare sempre la voce di Gesù, perché egli trasformi la nostra vita nella sua, come alle nozze di Cana cambiò l’acqua in vino mostrando la sua gloria.

Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.

PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI

Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.

Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un’anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell’odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d’amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l’ultimo respiro ci immergerà in un’onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.

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