La storia di Sant’Anna madre della Vergine Maria

l 26 Luglio vengono festeggiati Sant’Anna e San Gioacchino, i genitori di Maria Vergine. Lo stesso giorno si celebra la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani. Scopriamo perché.

Sebbene la Festa dei Nonni sia stata istituita come ricorrenza civile in Italia il 2 ottobre di ogni anno, in concomitanza con la festa degli Angeli, da sempre anche il 26 luglio i nonni sono ricordati e celebrati. Questo perché in questa giornata si ricorda Sant’Anna, la mamma di Maria, che, oltre che protettrice delle madri e delle partorienti, insieme al marito San Gioacchino è anche patrona dei nonni. Non è difficile immaginare la ragione di questo patronato: infatti Sant’Anna e San Gioacchino altro non sono che i nonni di Gesù.
Ci siamo soffermati in un precedente articolo come Papa Francesco abbia istituito la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebra il 25 luglio dando un riconoscimento ufficiale al valore dei nonni nella società, ruolo considerato non meno importante di quello dei genitori, per la crescita e la felicità dei bambini.
Dunque non ci sembra sbagliato dedicare una festa ai nonni, così che chi ha ancora la fortuna di averli possa ricordarsi di loro e magari andare a trovarli, portare loro un regalo, o solo il piacere di un po’ di compagnia. Soprattutto i bambini dovrebbero essere incoraggiati a trascorrere con i nonni il maggior tempo possibile, non solo perché sono buoni e accudenti, ma anche per l’immenso bagaglio di esperienza e conoscenza che possono trasmettere loro con i loro racconti. Non saremmo chi siamo senza chi è venuto prima di noi, e i nonni sono il simbolo stesso di un retaggio storico lontano eppure straordinariamente vicino. Sono il nostro legame con il passato, sono le radici stesse del nostro presente, e il loro esempio e il loro amore possono infondere in noi la speranza per il futuro, per quando saremo nonni a nostra volta.

Ma conosciamo meglio Sant’Anna e Gioacchino, genitori della Madonna e nonni di Gesù.

Storia di Sant’Anna

Anna e Gioacchino non appaiono nella Bibbia. Ciò che sappiamo di loro, così come di Zaccaria e Ismeria, quest’ultima sorella di Anna, genitori di Elisabetta, ci viene dalla tradizione agiografica successiva e dai vangeli apocrifi.
La leggenda vuole che entrambi fossero membri della classe sacerdotale ebraica, anche se esistono diverse versioni che attribuiscono ad Anna parentele illustri con altre figure della storia religiosa, come Giuseppe di Arimatea, l’uomo che si occupò del recupero e della sepoltura del corpo di Cristo, che sarebbe stato suo zio.
Quel che è certo è che sebbene entrambi fossero nobili e virtuosi, Anna e Gioacchino non riuscivano ad avere figli, proprio come Zaccaria e Ismeria.
La vergogna per questa mancanza spinse Gioacchino a ritirarsi nel deserto, tra i pastori, ma proprio allora un angelo apparve sia a lui sia alla moglie Anna, annunciando loro la prossima nascita di un figlio. Dietro indicazioni dell’angelo i due si incontrarono presso la Porta Aurea di Gerusalemme, e qui, grazie a un unico bacio, sarebbe stata concepita la loro creatura.
Quando, come aveva promesso l’angelo, nacque una bambina, che avrebbe cambiato per sempre la storia del mondo, Anna e Gioacchino la chiamarono Maria, che in ebraico significa ‘amata dal Signore’.
Ecco come nacque Maria Vergine, futura madre di Gesù Cristo. Nacque senza peccato, preservata immune da esso fin dal concepimento, secondo il dogma dell’Immacolata Concezione. Come tutte le mamme fu Anna a insegnare alla piccola Maria a fare le faccende domestiche, a pulire la casa, a tessere e a cucire. Per questa ragione è invocata come protettrice dei sarti, dei tessitori e dei venditori di biancheria. Ma è soprattutto il suo essere rimasta incinta in età avanzata ad averle meritato nei secoli il ruolo di patrona dei parti impossibili e protettrice delle donne partorienti, ma anche delle vedove e delle madri di famiglia.
Inoltre, poiché portò Maria Vergine in grembo, come uno scrigno che contenesse un gioiello prezioso, è patrona degli orefici, degli ebanisti, dei falegnami e dei minatori. È dunque quasi sempre in relazione con la figlia Maria che Sant’Anna viene ricordata. Nell’alto Medioevo venivano spesso rappresentate insieme, Maria seduta con Gesù Bambino in braccio e la madre Anna alle spalle, a simboleggiare la gerarchia della famiglia divina. Ma c’è anche un’ iconografia sacra legata solo a Anna e Gioacchino e alla loro vita.

Il significato del nome Anna

Il nome Anna deriva dall’ebraico Channah, o Hannahe, che significa ‘grazia’, ‘graziosa’, ‘piena di grazia’.  Sebbene il nome della mamma di Maria non venga menzionato nella Bibbia, nei Testi sacri sono citate altre donne che portavano questo nome, come la madre del profeta Samuele e come l’anziana profetessa che riconobbe come Messia Gesù bambino quando Egli venne presentato al Tempio di Gerusalemme.

Regali per i nonni

Abbiamo scritto che il 26 luglio, in occasione delle celebrazioni in onore di Sant’Anna e San Gioacchino, di festeggiano anche i nonni. Può essere una bella occasione per far loro un regalo, anche se non dovrebbe esserci bisogno di un’occasione particolare per ricordare a queste persone speciali quanto le amiamo.

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