XIII° Sabato del Santo Rosario

3° Mistero del Dolore: L’ Incoronazione di Spine

Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO

Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell’errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.

PREGHIAMO CON LA CHIESA
O Dio, che per redimere il genere umano, sedotto dagli inganni del maligno, hai associato alla passione del tuo Figlio la Madre Addolorata, fa’ che tutti i figli di Adamo, risanati dagli effetti devastanti della colpa, siano partecipi della creazione rinnovata in Cristo redentore. Per Cristo nostro Signore. Amen.

ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO
Dal Vangelo di Giovanni (19,211)

E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: “Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa”. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: “Ecco l’uomo!”. Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: “Crocifiggilo, crocifiggilo!”.

Disse loro Pilato: “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa”. Gli risposero i Giudei: “Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”.

All’udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: “Di dove sei?”. Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: “Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”. Rispose Gesù: “Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande”.

MEDITIAMO
Contempla Gesù ferocemente lacerato. è costretto ad attraversare tutto il Pretorio e soffrire, passando, le beffe e le insolenze dei soldati che aggiungevano l’insulto alla crudeltà. Egli sopporta i loro oltraggi, come aveva sopportato i loro colpi, con una dolcezza, modestia e pazienza invincibile. Benché fosse in uno stato da muovere a compassione i cuori più duri, per tormentarlo di nuovo, inventarono un genere di supplizio, che era fin allora sconosciuto. Ecco l’effetto che produce il peccato nell’anima, la quale lo commette con sfrontatezza e con piacere. Un peccato commesso lascia dopo di sé il desiderio di commetterne altri. Anche quando uno è stanco nel peccato, non però ne resta sazio; e benché ne sia perduto il potere, si conserva la volontà di peccare.

Una delle più grandi illusioni dei peccatori è di credere che si libereranno dalla tentazione col soddisfarla. Il commettere il peccato non fa che aumentare in noi l’inclinazione che ci porta ad esso, perché, il peccato, che non è distrutto dalla penitenza, ci trascina col suo peso a un altro peccato. L’anima, che, peccando perde la grazia di Dio, perde anche la forza di resistere alle occasioni del peccato. I Giudei avevano accusato Gesù Cristo di aver voluto farsi e dirsi re dei Giudei. Ora, battutolo e resolo infame, lo espongono, come re da burla, ai fischi del popolo.

Entra tu pure in questo cortile del Pretorio: unisciti a Maria, che, fedele compagna dei dolori di Gesù, si trova anch’ella qui in mezzo a questa folla furibonda, e ne ode le grida e le bestemmie. Domandale la grazia di comprendere questo profondo mistero e di profittarne, e addolcisci in parte il suo dolore. Tolgono dunque a Gesù nuovamente i suoi abiti, lo coprono di un lacero manto color di porpora, formano una corona tessuta di lunghe spine e acutissime, e gliela pongono sul capo: e, affinché non gli cada, gliela conficcano a furia di colpi di bastone. Le spine penetrano da ogni parte, per la fronte e per le tempia; quelle spine gli cagionano dolori si acuti, che gli avrebbero dato la morte, se la virtù divina non lo avesse sostenuto sino alla croce.

Mi prostro ai tuoi piedi, ti adoro, ti ringrazio, ti lodo, ti confesso tutte le mie miserie, e ti ripeterò cento volte: Ecco l’Uomo. Le mie mani, o Signore, con l’operare l’iniquità ti hanno conficcato queste spine. Ma tutte le miserie non possono togliere la fiducia che ho nelle tue misericordie. Come potrò diffidar di cotesto abisso di carità? Posso io mancare di speranza in te, o mio Dio, vedendo quello che soffri per me? Ecco l’Uomo, per il quale Tu ti sei fatto Uomo. O Madre SS. di Dio, imitatrice perfetta del Salvatore, o Rifugio dei peccatori, ottienimi la volontà e la forza di sopportare tutte le pene della vita, per godere con te la gloria in Cielo.

CONTEMPLIAMO IL MISTERO

Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.

Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.

  • Padre nostro…
  • Ave Maria… e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che fu coronato di spine per noi … Santa Maria… (10 volte).
  • Gloria al Padre…

PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO
Adoriamo, o Dio del nostro cuore, adoriamo l’amore ineffabile che ti ha ridotto in questo stato, e grazie infinite ti rendiamo di tante misericordie. O poveri che siamo!

Questo ancora non basta per farci amare la croce, le ingiurie, le sofferenze e tutto ciò che ci rende simile a te, o Dio dell’anima nostra?

Quando sopravvengono patimenti, ne siamo atterriti; quando durano, ne restiamo abbattuti; quando ce ne sentiamo liberi, ne godiamo.

Quando distruggerai Tu, o nostro Dio, la debolezza della nostra came con la forza del tuo amore?

O Madre nostra amareggiata per i nostri peccati, noi vogliamo aver parte al tuo gran dolore facendoci compagni della tua pena, pregandoti di scolpirla nel nostro cuore, unendoci con più forte amore al tuo prediletto Figlio. Offrigli insieme col tuo Cuore il nostro cuore addolorato, e digli quelle parole ineffabili di amore che non sappiamo dire.

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l’impegno di vita.

Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di accogliere con prontezza l’annuncio del Vangelo perché la nostra vita si converta pienamente a Gesù in un vero cammino di santità.

Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.

La coronazione di spine di Gesù

PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI
Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.

Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un’anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell’odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d’amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l’ultimo respiro ci immergerà in un’onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.

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