San Biagio Vescovo e la tradizione dell’ ultimo panettone

La tradizione secondo la quale mangiando del panettone a San Biagio si previene il mal di gola si deve a una massaia sbadata e a un frate molto goloso.

Il giorno della festa di San Biagio (3 febbraio) è tradizione mangiare un pezzetto di panettone benedetto avanzato da Natale, per tenere lontano i malanni e proteggersi dal mal di gola. Per scoprire l’origine di questa usanza bisogna guardare indietro e tornare al passato dal sapore contadino che caratterizza la nostra terra. 

San Biagio (Biagio di Sebaste) fu medico e Vescovo cattolico vissuto a cavallo tra il II e il IV secolo in Asia Minore e più precisamente dell’ attuale Turchia. A causa della sua fede fu imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana: per punizione fu straziato con pettini di ferro usati per cardare la lana. Morì decapitato.

La chiesa cattolica lo ha dichiarato Santo e protettore della gola riconoscendogli un «miracolo». Secondo la tradizione, infatti salvò un giovane da una lisca che gli si era conficcata in gola: Biagio diede al ragazzo morente una grossa mollica di pane che scendendo in gola la rimosse. 

Il legame con Torremaggiore però è molto più moderno, la sua devozione nasce grazie al confratello “A. De Pasquale” che nel 1846 commissionò la statua che ancora oggi viene venerata nella nostra comunità.

La tradizione però parte da molto lontano e in particolare è dovuto a un frate goloso di nome Desiderio e a una massaia. Secondo la leggenda, tutto iniziò poco prima del periodo natalizio quando quest’ultima portò al frate un panettone affinché lo benedicesse. Lui, forse troppo occupato o procrastinatore, certamente molto goloso, si dimenticò del dolce per diversi giorni, salvo spiluccarlo man mano fino a non far rimanere solo l’involucro. Quando la donna tornò era il 3 febbraio e il panettone era già finito da un bel pezzo. Ma il religioso non si perse d’animo e condusse la donna all’angolo nel quale c’era l’involucro, pronto ad accampare qualche scusa per la sua «scomparsa». Ma con grande meraviglia scoprì che il panettone era «riapparso» grosso il doppio. E così questa sovrannaturale apparizione fu attribuita a San Biagio.

La tradizione contadina vuole che nella giornata del 3 febbraio tutti i fedeli assaggino l’ultimo panettone superstite delle feste natalizie. Al dolce vengono attribuite proprietà «miracolose» in grado di preservare dai malanni della gola.

Per questo troverete, in Chiesa Madre San Nicola, un banchetto dove troverete le nostre consorelle che vi offriranno i tradizionali laccetti rossi, le candeline benedette, altri oggetti di pietà popolare e l’ immancabile pezzo di panettone.

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