IX° Sabato del Santo Rosario

4° Mistero della Luce: Gesù è trasfigurato sul monte Tabor

Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO

Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell’errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

PREGHIAMO CON LA CHIESA

O Dio, Padre buono, che non hai risparmiato il tuo Figlio unigenito, ma lo hai dato per noi peccatori; rafforzaci nell’obbedienza della fede, perché seguiamo in tutto le sue orme e siamo con lui trasfigurati nella luce della tua gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen.

(Messale Romano, Colletta della II Domenica di Quaresima, anno B)

ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO

Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.

Dal vangelo di Luca (9,2836)

Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava cosi, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

MEDITIAMO

L’ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.

Dal Discorso sulla Trasfigurazione del Signore di Anastasio Sinaita

Il mistero della sua Trasfigurazione Gesù lo manifestò ai suoi discepoli sul monte Tabor. Egli aveva parlato loro del regno di Dio e della sua seconda venuta nella gloria. Ma ciò forse non aveva avuto per loro una sufficiente forza di persuasione. E allora il Signore, per rendere la loro fede ferma e profonda e perché, attraverso i fatti presenti, arrivassero alla certezza degli eventi futuri, volle mostrare il fulgore della sua divinità e così offrire loro un’immagine prefigurativa del regno dei cieli. E proprio perché la distanza di quelle realtà a venire non fosse motivo di una fede più languida, li preavverti dicendo: Vi sono alcuni fra i presenti che non morranno finché non vedranno il Figlio dell’uomo venire nella gloria del Padre suo (cfr Mt 16,28).

L’evangelista, per parte sua, allo scopo di provare che Cristo poteva tutto ciò che voleva, aggiunse: “Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E là fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui” (Mt 17,13). Ecco le realtà meravigliose della solennità presente, ecco il mistero di salvezza che trova compimento per noi oggi sul monte, ecco ciò che ora ci riunisce: la morte e insieme la gloria del Cristo.

Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chiama a sé insistentemente dall’alto. Portiamoci là sollecitamente. Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada. Con lui saremo circondati di quella luce che solo l’occhio della fede può vedere. La nostra fisionomia spirituale si trasformerà e si modellerà sulla sua. Come lui entreremo in una condizione stabile di trasfigurazione, perché saremo partecipi della divina natura e verremo preparati alla vita beata.

Corriamo fiduciosi e lieti là dove ci chiama, entriamo nella nube, diventiamo come Mosè ed Elia, come Giacomo e Giovanni. Come Pietro lasciamoci prendere totalmente dalla visione della gloria divina. Lasciamoci trasfigurare da questa gloriosa trasfigurazione, condurre via dalla terra e trasportare fuori del mondo. Abbandoniamo la came, abbandoniamo il mondo creato e rivolgiamoci al Creatore, al quale Pietro in estasi e fuori di sé disse: “Signore, è bello per noi restare qui” (Mt 17,4).

Realmente, o Pietro, è davvero “bello stare qui” con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli. Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?

Certo ciascuno di noi sente di avere con sé Dio e di essere trasfigurato nella sua immagine. Allora esclami pure con gioia: “è bello per noi restare qui”, dove tutte le cose sono splendore, gioia, beatitudine e giubilo. Restare qui dove l’anima rimane immersa nella pace, nella serenità e nelle delizie; qui dove Cristo mostra il suo volto,

qui dove egli abita col Padre. Ecco che egli entra nel luogo dove ci troviamo e dice: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” (Lc 19,9). Qui si trovano ammassati tutti i tesori eterni. Qui si vedono raffigurate come in uno specchio le immagini delle primizie e della realtà dei secoli futuri.

CONTEMPLIAMO IL MISTERO

Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.

Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.

Padre nostro… Ave Maria… e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che fu trasfigurato sul Tabor … Santa Maria … (10 volte). Gloria al Padre…

PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO

Che spettacolo! quale meraviglia!

I discepoli non avevano mai veduto cosa più stupenda e non compresero la novità del tuo volto trasfigurato. O nostro Gesù, pieni di riconoscenza e di amore, ci rallegriamo con te della tua gloria e del tuo trionfo. Ma ricordati, o nostro divin Salvatore, che Tu per riconciliarci spargesti tutto il tuo Sangue adorabile.

Rendici degni di contemplarti un giorno nella tua gloria. Sostienici con la tua grazia, affinché noi possiamo pervenire a questo celeste e desiderato regno. Armaci della tua fortezza, affinché noi superiamo tutte le difficoltà che lo vorranno impedire. Maria, Madre della bella speranza, rendici agevole col tuo amore e con la tua grazia la via che deve condurci al cielo.

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l’impegno di vita.

Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di vivere con lo sguardo sempre rivolto a Cristo, per gustare già su questa terra la bellezza del suo volto, in attesa di poterlo contemplare per sempre nella gloria. Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.

PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI

Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.

Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un’anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell’odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d’amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l’ultimo respiro ci immergerà in un’onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.

DECIMO SABATO

5° Mistero della Luce: Gesù dona il suo corpo e il suo sangue nell’Eucaristia

Prima di metterci in ascolto della Parola di Dio, invochiamo lo Spirito Santo e preghiamo con la fede della Chiesa.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

INVOCHIAMO LO SPIRITO SANTO

Noi ti adoriamo e ti amiamo con tutto il nostro cuore, o Spirito divino, Dio onnipotente, Amore del Padre e del Figlio. Vieni dunque, o Dio di bontà e di misericordia, a dare la grazia col tuo alito vivificatore al nostro cuore; vieni, o Fuoco divino e insegnaci a parlare il linguaggio dei Santi. Vieni e con la tua luce ineffabile illuminaci, col tuo fuoco purificaci, accendici il cuore e rendilo ardente della tua carità. Spirito di verità, senza di te siamo nell’errore; Spirito di amore, senza di te siamo aridi; Spirito di vita, senza di te siamo senza vita. Donaci, perciò, o Dio di bontà, i frutti del tuo Spirito. Amen.

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

PREGHIAMO CON LA CHIESA

Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione. Per Cristo nostro Signore. Amen. (Messale Romano, Colletta del SS. Corno e Sangue di Cristo)

ASCOLTIAMO LA PAROLA DI DIO

Per dare maggiore profondità alla nostra meditazione apriamo il cuore al Signore che ci parla.

Dal vangelo di Luca (22,1420)

Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.

MEDITIAMO

L’ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. Facciamo una breve pausa, poi, leggiamo e continuiamo a meditare.

Dall’Enciclica Ecclesia de Eucharistia di Giovanni Paolo 11, nn. 5358

Se vogliamo riscoprire in tutta la sua ricchezza il rapporto intimo che lega Chiesa ed Eucaristia, non possiamo dimenticare Maria, Madre e modello della Chiesa. Nella Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, additando la Vergine Santissima come Maestra nella contemplazione del volto di Cristo, ho inserito tra i misteri della luce anche l’istituzione dell’Eucaristia. In effetti, Maria ci può guidare verso questo Santissimo Sacramento, perché ha con esso una relazione profonda.

A prima vista, il Vangelo tace su questo tema. Nel racconto dell’istituzione, la sera del Giovedì Santo, non si parla di Maria. Si sa invece che Ella era presente tra gli Apostoli, “concordi nella preghiera” (At 1,14), nella prima comunità radunata dopo l’Ascensione in attesa della Pentecoste. Questa sua presenza non poté certo mancare nelle Celebrazioni eucaristiche tra i fedeli della prima generazione cristiana, assidui “nella frazione del pane” (At 2,42).

Ma al di là della sua partecipazione al Convito eucaristico, il rapporto di Maria con l’Eucaristia si può indirettamente delineare a partire dal suo atteggiamento interiore. Maria è donna “eucaristica” con l’intera sua vita. La Chiesa, guardando a Maria come a suo modello, è chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo Mistero santissimo. In certo senso, Maria ha esercitato la sua fede eucaristica prima ancora che l’Eucaristia fosse istituita, per il fatto stesso di aver offerto il suo grembo verginale per l’incarnazione del Verbo di Dio. L’Eucaristia, mentre rinvia alla passione e alla risurrezione, si pone al tempo stesso in continuità con 1’Incamazione. Maria concepì nell’Annunciazione il Figlio divino nella verità anche fisica del corpo e del sangue, anticipando in sé ciò che in qualche misura si realizza sacramentalmente in ogni credente che riceve, nel segno del pane e del vino, il corpo e il sangue del Signore. C’è pertanto un’analogia profonda tra il fiat pronunciato da Maria alle parole dell’Angelo, e l’amen che ogni fedele pronuncia quando riceve il corpo del Signore. A Maria fu chiesto di credere che colui che Ella concepiva “per opera dello Spirito Santo” era il ‘Figlio di Dio” (cfr Lc 1,3035). In continuità con la fede della Vergine, nel Mistero eucaristico ci viene chiesto di credere che quello stesso Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, si rende presente con l’intero suo essere umanodivino nei segni del pane e del vino.

Se Chiesa ed Eucaristia sono un binomio inscindibile, altrettanto occorre dire del binomio Maria ed Eucaristia. Anche per questo il ricordo di Maria nella Celebrazione eucaristica è unanime, sin dall’antichità, nelle Chiese dell’Oriente e dell’Occidente.

CONTEMPLIAMO IL MISTERO

Guidati da Maria fissiamo lo sguardo sul volto di Cristo per poi aprire il cuore alla lode trinitaria, traguardo di ogni contemplazione cristiana.

Mostraci il tuo volto, Signore, in te speriamo. Donaci il tuo sguardo Maria: con te crediamo, con te amiamo.

Padre nostro… Ave Maria… e benedetto il frutto del tuo seno Gesù, che ci ha donato il suo corpo e il suo sangue … Santa Maria… (10 volte). Gloria al Padre…

PREGHIAMO CON IL BEATO BARTOLO LONGO

O Salvatore del mondo, o Gesù nostro, eccoti il nostro cuore.

Vieni in noi, o sommo nostro Bene, e muta questo nostro cuore.

Ti ringraziamo, o Gesù nostro, perché ci hai amati fino alla morte e hai offerto tutto te stesso per amore di noi povere creature. Ti ringraziamo per la tua bontà. Ammaestraci perché noi possiamo trovare la luce nei tuoi occhi e il fuoco sacro nel tuo sangue per noi versato.

Fa’ che ti amiamo con tutto il nostro affetto in questa vita e per l’eternità.

Maria, madre nostra, regina del nostro cuore, stampa in noi l’immagine del tuo dolce Figlio, perché mai più ci allontaniamo da Lui.

(Dagli Scritti di Bartolo Longo)

La giaculatoria che ora recitiamo ci aiuti ad unire il significato del mistero che abbiamo pregato con l’impegno di vita.

Regina del Santo Rosario di Pompei, Madre nostra dolcissima, ottienici di apprezzare sempre più il dono dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana, nutrendoci del corpo e del sangue di Cristo per divenire con lui una cosa sola.

Beato Bartolo Longo, apostolo del Santo Rosario, prega per noi.

PICCOLA SUPPLICA ALLA MADONNA DI POMPEI

Dopo aver meditato e contemplato il mistero, concludiamo la nostra preghiera rivolgendoci con amore filiale a Colei alla cui scuola impariamo a immergerci nel mistero di Dio e a vivere come a Lui piace.

Vergine del Santo Rosario, Madre del Redentore, donna della nostra terra innalzata al di sopra dei cieli umile serva del Signore proclamata Regina del mondo dal profondo delle nostre miserie noi ricorriamo a Te. Con fiducia di figli guardiamo il tuo viso dolcissimo. Coronata di dodici stelle, Tu ci porti al mistero del Padre, Tu risplendi di Spirito Santo, Tu ci doni il tuo Bimbo divino, Gesù, nostra speranza unica salvezza del mondo. Porgendoci il tuo Rosario Tu ci inviti a fissare il suo volto. Tu ci apri il suo cuore, abisso di gioia e di dolore, di luce e di gloria, mistero del figlio di Dio, fatto uomo per noi. Ai tuoi piedi sulle orme dei Santi ci sentiamo famiglia di Dio. Madre e modello della Chiesa, Tu sei guida e sostegno sicuro. Rendici un cuor solo e un’anima sola, popolo forte in cammino verso la patria del cielo. Ti consegniamo le nostre miserie, le tante strade dell’odio e del sangue le mille antiche e nuove povertà e soprattutto il nostro peccato. A te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria catena dolce che ci annoda a Dio, catena d’amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino. E il bacio a te con l’ultimo respiro ci immergerà in un’onda di luce, nella visione della Madre amata e del Figlio divino, anelito e gioia del nostro cuore con il Padre e lo Spirito Santo. Amen.

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