Il Padre Nostro

Il Padre nostro (in latino : Pater Noster; in greco antico: Πάτερ ἡμῶν, Páter hemôn), così chiamato dalle parole iniziali, detto anche Preghiera del Signore (in latino: Oratio Dominica), è fra le più conosciuta delle preghiere cristiane.

Sono note due versioni della preghiera: la formula riportata nel Vangelo secondo Matteo durante il Discorso della Montagna (Mt 6,9-13), e la forma più breve secondo quanto riportato nel Vangelo secondo Luca (11,1), quando, mentre egli si era ritirato in preghiera, uno dei discepoli presenti gli chiese che insegnasse loro a pregare, così come Giovanni Battista aveva insegnato ai suoi discepoli.

Nel testo di Matteo, le prime quattro richieste sono rivolte a Dio; mentre le rimanenti quattro riguardano il genere umano. Solamente il Vangelo secondo Matteo presenta le frasi “sia fatta [obbedita] la tua volontà”, e “Liberaci dal male (maligno)”. Entrambi i testi greci contengono l’aggettivo epiousios, che non è attestato in altri autori del greco classico né del periodo della koinè; sebbene dibattuta, la parola “[pane] quotidiano” è stata la scelta di traduzione più comune per questo termine greco, sia in italiano sia in altre lingue moderne.

Matteo 6,9-13 (CEI 2008) Voi dunque pregate così: / «Padre nostro che sei nei cieli, / sia santificato il tuo nome; / venga il tuo regno;/ sia fatta la tua volontà, / come in cielo così in terra. / Dacci oggi il nostro pane quotidiano, / e rimetti a noi i nostri debiti / come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,/ e non abbandonarci alla tentazione,/ ma liberaci dal male».

Luca 11,2-4 (CEI 2008) Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:/ Padre, sia santificato il tuo nome, / venga il tuo regno; / dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,/ e perdona a noi i nostri peccati, / anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, / e non abbandonarci alla tentazione».

Nei due Vangeli, è Gesù che insegna il Padre Nostro ai suoi discepoli per insegnar loro il modo corretto di pregare. Si deve ricordare che la religiosità ebraica del tempo era molto rigida e aveva riti e orazioni molto precisi. La relazione con Dio era qualcosa di molto delicato, e per questo i discepoli chiesero a Gesù di indicar loro il modo corretto di rivolgersi a Lui, evidenziando così la completa fiducia che riponevano nel suo insegnamento. Con la preghiera che insegnò loro, Gesù cercò di rompere con l’attitudine che tendeva ad allontanare l’uomo da Dio, e trovò nella semplicità lo strumento che facilitasse il dialogo con Dio, che Gesù chiamò ed insegnò a chiamare “Padre”. In altri passi del Nuovo Testamento Gesù chiama Dio anche con un più confidenziale e meno tradizionale ebraico Abbà, citato per la sua importanza anche nei testi tradotti in italiano, e che può essere reso col nostro papà.

Papa Francesco ha presentato una nuova versione del testo del Padre Nostro.
La nuova preghiera comporta una modifica piccola ma significativa: ‘non indurci in tentazione’ si trasforma in ‘non abbandonarci alla tentazione’. La nuova versione del Padre nostro presente nella Bibbia Cei del 2008, che già aveva trasformato «come noi li rimettiamo ai nostri debitori» in «come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» e codificato «non abbandonarci alla tentazione» invece di «non ci indurre in tentazione».

Sembrano piccoli mutamenti, ma chiaramente definiscono un orizzonte teologico preciso…
L’aggiunta di quell’«anche» è per rispettare l’andamento del testo, sia greco, sia latino, perché tutto il Messale romano, quindi di conseguenza anche il nostro, vuole essere più attento all’originale. La scelta, poi, del «non abbandonarci alla tentazione» tende a superare il rischio di intendere il «non ci indurre in tentazione» come se Dio volesse provocarci alla tentazione. Quindi, «non abbandonarci» sembrerebbe esprimere meglio il fatto che Dio custodisce il cammino dei suoi fedeli, anche quando sono nella tentazione, ma non permette che siano vinti da questa.

Ecco il testo completo

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo 
ai nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.

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