La Tavola della Mascarella

La “Tavola della Mascarella” si chiama così perché è sempre stata custodita nella Chiesa bolognese di Santa Maria della Mascarella, che fu il primo luogo dove abitò per alcuni mesi san Domenico e i suoi compagni, giunti a Bologna nell’inverno del 1218. La tavola venne dipinta a tempera su una tavola di cm 43 × 572, poco dopo la canonizzazione di Domenico (luglio 1234) e, secondo le nostre attuali conoscenze, essa è la raffigurazione più antica del Santo e dei suoi frati.
Venne dipinta da un Maestro dell’Italia del Nord intorno agli anni 1235-1240. Essa raffigura al centro, san Domenico con l’aureola, affiancato da una successione di nicchie con coppie di frati predicatori (24: 12 + 12), tutti seduti alla mensa ricolma di pani. I frati, nella raffigurazione dei volti che ne fa l’anonimo pittore, sembrano provenire da varie parti d’Europa: forse il pittore li avrà visti in occasione di un capitolo Generale (allora i Capitoli Generali dell’Ordine si tenevano alternativamente a Bologna e a Parigi).
Il significato del dipinto si ispira a quanto afferma il Prologo della Legenda di Pietro Ferrandi (ispirato dalla Bolla di canonizzazione del Santo): “Una volta Dio, invitando in vari luoghi e in molteplici modi i suoi eletti a un banchetto eterno, negli ultimi giorni, ovvero nell’undicesima ora, mandò il suo servitore a dire agli invitati che arrivassero, poiché ormai tutto era pronto. Nell’interpretazione di san Gregorio Magno, questo servitore è un Ordine di predicatori, che deve essere inviato, negli ultimi tempi, ad avvertire le anime degli uomini dell’imminente avvento del Giudice. La Scrittura, infatti, preannunciò che ci sarebbe stato un nuovo Ordine di predicatori, e espresse chiaramente che esso avrebbe dovuto essere inviato alla fine del mondo, affermando: «Ha inviato il suo servitore nell’ora della cena». L’ora della cena è la fine del mondo, noi siamo coloro per i quali la fine dei tempi è giunta. Un nuovo Ordine fu dunque inviato nell’ora della cena, cioè negli ultimi giorni. Questi sono i Predicatori: la Provvidenza divina ha previsto il loro Ordine per i pericoli di questi ultimi tempi, affinché, mentre si avvicina il giudizio di colui per il quale, nell’umiliazione, il giudizio è stato negato, il numero di testimoni si accresca”. Ci troviamo dunque alla più antica immagine di quella che era all’epoca della canonizzazione di San Domenico l’autocomprensione della propria missione all’interno della Chiesa.

La “Tavola della Mascarella” si chiama così perché è sempre stata custodita nella Chiesa bolognese di Santa Maria della Mascarella, che fu il primo luogo dove abitò per alcuni mesi san Domenico e i suoi compagni, giunti a Bologna nell’inverno del 1218. La tavola venne dipinta a tempera su una tavola di cm 43 × 572, poco dopo la canonizzazione di Domenico (luglio 1234) e, secondo le nostre attuali conoscenze, essa è la raffigurazione più antica del Santo e dei suoi frati.
Venne dipinta da un Maestro dell’Italia del Nord intorno agli anni 1235-1240. Essa raffigura al centro, san Domenico con l’aureola, affiancato da una successione di nicchie con coppie di frati predicatori (24: 12 + 12), tutti seduti alla mensa ricolma di pani. I frati, nella raffigurazione dei volti che ne fa l’anonimo pittore, sembrano provenire da varie parti d’Europa: forse il pittore li avrà visti in occasione di un capitolo Generale (allora i Capitoli Generali dell’Ordine si tenevano alternativamente a Bologna e a Parigi).
Il significato del dipinto si ispira a quanto afferma il Prologo della Legenda di Pietro Ferrandi (ispirato dalla Bolla di canonizzazione del Santo): “Una volta Dio, invitando in vari luoghi e in molteplici modi i suoi eletti a un banchetto eterno, negli ultimi giorni, ovvero nell’undicesima ora, mandò il suo servitore a dire agli invitati che arrivassero, poiché ormai tutto era pronto. Nell’interpretazione di san Gregorio Magno, questo servitore è un Ordine di predicatori, che deve essere inviato, negli ultimi tempi, ad avvertire le anime degli uomini dell’imminente avvento del Giudice. La Scrittura, infatti, preannunciò che ci sarebbe stato un nuovo Ordine di predicatori, e espresse chiaramente che esso avrebbe dovuto essere inviato alla fine del mondo, affermando: «Ha inviato il suo servitore nell’ora della cena». L’ora della cena è la fine del mondo, noi siamo coloro per i quali la fine dei tempi è giunta. Un nuovo Ordine fu dunque inviato nell’ora della cena, cioè negli ultimi giorni. […] Questi sono i Predicatori: la Provvidenza divina ha previsto il loro Ordine per i pericoli di questi ultimi tempi, affinché, mentre si avvicina il giudizio di colui per il quale, nell’umiliazione, il giudizio è stato negato, il numero di testimoni si accresca”. Ci troviamo dunque alla più antica immagine di quella che era all’epoca della canonizzazione di San Domenico l’autocomprensione della propria missione all’interno della Chiesa.

Di seguito, un video che parla della Tavola a cura delle Dodici Porte.

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